Vacanze al mare di Bibione e Caorle
di Luciano Carlo Villa, 2004
Notevoli contributi alla lingua e letteratura friulana sono giunti, a partire dagli anni Settanta, anche da quelle zone marginali del Veneto Orientale a stretto contatto con il Friuli Occidentale, ossia dalla Bassa Destra Tagliamento, in cui sono maturate alcune tra le più significative personalità letterarie del XX secolo come appunto Nelso Tracanelli a cui è dedicato questo lavoro.
Una delle cose che mi ha colpito da subito leggendo il libro di Luciano Carlo Villa “Vacanze al mare” è stata la sorprendente conoscenza di questo autore per gli idiomi stranieri. A dirla in termini carducciani sa di Latino, ma anche d'inglese, francese, tedesco, polacco e persino russo. Una conoscenza delle lingue che in qualche caso può essere solo “infarinatura”, ma che spesso è invece molto di più. Senza dimenticare l'arabo, linguaggio di per sé difficilissimo, almeno per noi occidentali, e del quale l'autore fa ampio uso nella sua opera prima “Strade della Savana”.
Le lingue straniere - dicevo -; un ottimo biglietto da visita per qualsiasi scrittore, ed in particolare per Luciano Carlo Villa che, per motivi legati alla sua professione, ha visitato genti e Paesi di mezzo mondo.
In “Vacanze al mare”, che è una raccolta di incontri con personaggi assai diversi tra loro, molti dei quali provenienti appunto dall'estero, l'autore si esprime come una sorta di voce fuori campo, che racconta episodi conosciuti a volte “in diretta” sulla riva del mare, a volte riportati sotto forma di reminiscenze infantili e non solo. Come si evince facilmente già dal titolo, elemento primario è la spiaggia, in questo caso i lunghi litorali dell'Adriatico del Nord. Sfondi suggestivi e molto invitanti, particolarmente adeguati ad ospitare i vacanzieri d'oltralpe e d'oltre oceano che hanno scelto le nostre località marine con lo scopo di ritemprare membra e spirito, potendo nel contempo godere una villeggiatura che può essere più o meno lunga, ma in ogni modo sempre tranquilla e serena.
(dalla prefazione di Orio Zaccaria).